1824/1836/1840

L’influenza del risultato delle Presidenziali del 1824 sulla campagna elettorale del 1836 e dell’esito di quest’ultima sulla successiva del 1840.

Ecco un tema da trattare.

Ebbene, nella circostanza (succedeva) 1824, quattro i candidati tutti della stessa appartenenza politica (Democratici-Repubblicani).

Per la prima ed unica volta, da quando si vota secondo le regole a modifica e completamento del sistema dettate dall’Emendamento del 1804, nessuno tra loro ottiene la maggioranza assoluta dei Grandi Elettori e la competenza quanto alla nomina del Presidente passa dal Collegio dei delegati nazionali alla Camera, laddove si vota valendo soltanto uno il suffragio di ciascuno Stato.

Viene infine (tra polemiche e contestazioni) in questo modo proclamato Presidente John Quincy Adams, in verità arrivato alla piazza d’onore (dietro Andrew Jackson) sia per voti popolari che per delegati.

Nel 1836, memori, i Whig pensarono di opporsi al favorito democratico Vice Presidente uscente Martin Van Buren presentandosi contro di lui in molti.

Disperdendo sì le forze ma contando sul fatto che tale dispersione portasse al mancato raggiungimento della maggioranza assoluta del Grandi Elettori da parte del rivale e alla conseguente scelta conclusiva da parte della Camera.

Operazione fallita totalmente che li portò quattro anni dopo a cambiare strategia e a puntare sul candidato unico.

Fu così che il movimento nato sostanzialmente in opposizione alle politiche di Andrew Jackson conquistò per la prima volta la Casa Bianca.

Non che la cosa dipoi andasse a chissà quale buon fine, visto che l’eletto, il Generale William Harrison, entrato in funzione il 4 marzo 1841, morì esattamente un mese dopo.

La più breve permanenza in carica della storia.