‘Blexit’

I neri votano democratico.
Da molto tempo.
Per quanto storicamente debbano tutto (a cominciare dalla emancipazione dallo schiavismo: Lincoln era un GOP) ai repubblicani.
Per quanto i più tenaci sostenitori del successivo segregazionismo (fino agli anni Settanta del Novecento) fossero democratici.
Per quanto la Corte Suprema che ha portato all’apertura nei loro confronti fosse presieduta da un repubblicano: Earl Warren.
Per quanto sia stato ancora un repubblicano (George Walker Bush) a chiamare due di loro, l’uno dopo l’altro, alla Segreteria di Stato.
Votano democratico perché “ce lo hanno detto mamma e papà” come afferma il capo del nuovo movimento intitolato ‘Blexit’ che conclude con le parole “ma adesso è il momento di cambiare”.
Perché, incredibilmente, una per ora piccola parte dei giovani di colore di Stati come il North Carolina, laddove i neri sono percentualmente molto ‘pesanti’ comincia a pensare che ci si possa schierare col tycoon che qualche cosa per loro, sostengono, ha davvero fatto.
L’acronimo in questione nasce ovviamente per assonanza a Brexit e deriva da ‘Bl-ack exit’.