Come si stringe la mano

Mille e mille e, alla fine, decine di migliaia, le strette di mano scambiate all’uscita delle fabbriche, degli uffici, dei cinema, dei teatri e di ogni e qualsiasi altro posto di lavoro o di ritrovo con i potenziali elettori da un aspirante alla Casa Bianca durante l’interminabile campagna elettorale.
Alla sera, prima di andare a letto, massaggi e panni caldi per recuperare l’uso dell’intero arto destro messo a cotanta prova.
Ma, ovviamente, al di là delle strette di mano distribuite in queste occasioni a chi capita capita, importantissime quelle concesse negli incontri pubblici o privati a quanti al candidato vengono nominalmente presentati.

Maestro indiscusso di questo particolare e molto più intimo contatto, l’ex presidente Bill Clinton la cui ‘azione’ venne attentamente studiata e descritta da Joe Kline (autore del best seller ‘Colori primari’, ai tempi uscito come opera anonima), capo redattore di Newsweeck, che ne seguì l’avventura nel 1992, allorché, quasi fuoriuscendo a sorpresa dal nulla o dal cilindro di un prestigiatore, gli riuscì di sconfiggere George Herbert Bush, per parte sua reduce dalla vittoriosa Guerra del Golfo e, in partenza, considerato imbattibile.
Fondamentale, nel caso, l’uso della sinistra che ‘lavora’ nel mentre la destra si avvolge, vigorosamente ma senza stritolarla, alla mano del bencapitato.
Scrive il predetto Kline:
“Può posarvela sul gomito, oppure sul bicipite: significa che voi gli interessate; conoscervi per lui è un onore.
Se al contrario sale più su e, per esempio, vi avvolge il braccio sinistro attorno alle spalle, in qualche modo c’è meno confidenza, più distacco: si farà due risate con voi oppure vi rivelerà un segreto (un segretuccio, niente di trascendentale) lusingandovi con l’illusione di essere suoi complici.
Ma se non vi conosce tanto bene e voi gli avete appena detto qualcosa di importante, una cosa seria o nata sull’onda di una grande emozione, si avvicinerà e vi farà omaggio di una stretta a due mani, abbrancandovi polso e avambraccio con la sinistra”.

Il tutto, ovviamente, nel modo più naturale perché lo sguardo del candidato per natura vincente che si posa sul nuovo sodale comunica che crede veramente in tutto quel che fa e che d’ora in poi, qualsiasi cosa capiti, nessuno potrà cancellare la nuova e profonda amicizia appena nata.