Declino dell’Ohio quanto a Grandi Elettori

2016, Donald Trump vince il voto popolare in Ohio e conquista i diciotto Grandi Elettori ai quali lo Stato con capitale Columbus ha diritto.
Diciotto…
Una buona dotazione, per dire.
Ma in calo già nei confronti di poco tempo fa e maggiormente se si guarda a giorni lontani (ben oltre i venti e spesso sui venticinque/ventisei, i delegati nell’epoca rooseveltiana e non solo).

Ora – ben lo sappiamo – è l’Ohio in qualche modo la cartina di tornasole quanto alle elezioni presidenziali americane.
Dal dopoguerra, solo una volta (nel 1960) non ha votato per il vincitore (nella circostanza si espresse per Nixon).
Ci si batte a fondo per il Buckeye State per scaramanzia, quindi.

Ma certamente anche per il suo ‘peso’.
Che, con il diminuire, almeno percentualmente parlando, degli abitanti quali risultano dai Censimenti, va rendendolo meno appetibile.

Gli Stati tutti – e l’Ohio non può fare eccezione – hanno elettoralmente parlando una vita propria.
Nascono, fioriscono, declinano.
Non muoiono, ma possono avviarsi verso (e infine cadere in) un triste anonimato.