Democratici sulla rampa di lancio

Ok, Elizabeth Warren è già scesa in campo.

Ha costituito un Comitato Elettorale che deve valutare le sue reali possibilità di ottenere, per cominciare, la nomination democratica.

Non pochi, però, nel partito dell’asino i possibili (non ancora probabili) pretendenti.

Alcuni, intenzionati.

Altri, sotto osservazione.

Altri ancora, apparentemente distaccati ma pronti a rispondere ad una eventuale chiamata.

I media, per cominciare, venderebbero l’anima al diavolo per la candidatura di Michelle Obama.

(Ipotesi remota, da non scartare del tutto).

Altrettanto e forse maggiormente appetita da tv e carta stampata la discesa nell’agone di George Clooney.

L’unico che nei sondaggi più segreti è dato in grado di conquistare il voto delle donne bianche, in particolare quelle dai quarant’anni in su, settore deficitario per i dem.

Quanto alle possibili candidature più serie, non va dimenticato il nome del Senatore dell’Ohio Sherrod Brown, nel 2016, per un attimo, in corsa come Vice con Hillary e poi soppiantato da Tim Kaine.

C’è poi chi propone un vecchio arnese della politica, l’ex Vice di Obama Joe Biden.

In verità, una simile scelta ‘di bandiera’ equivarrebbe a dire all’elettorato “Sappiamo bene che perderemo”.

Pare voglia riprovarci il Senatore Bernie Sanders al quale, però, sta tagliando la strada la citata Warren che nuota nello stesso acquario radicale socialisteggiante.

Ci sarebbero i cosiddetti ‘candidati dinastici’, come Andrew Cuomo e Joe Kennedy.

La relativamente nuova Senatrice Kamala Harris.

Il Sindaco di New York Bill De Blasio, quel tale che ha cambiato cognome (si chiamava Warren Wilhelm jr) per raccattare i voti degli italoamericani numerosi nella Grande Mela.

Il rampante (anche se ha perso a novembre da Ted Cruz la corsa texana per il Senato) Beto O’Rourke.

Va qui ricordato che in una situazione per molti versi analoga (nomi di ogni genere senza che nessuno spicchi per carisma) con un repubblicano ritenuto quasi imbattibile a White House (George Herbert Bush), un semi sconosciuto ex Governatore di uno Stato del tutto periferico quale è l’Arkansas, sbucò fuori dal nulla per ottenere la nomination democratica e poi conquistare (aiutato dalle circostanze: un terzo candidato molto forte quale fu Ross Perot) lo scranno tanto ambito.

I giochi sono talmente all’inizio che qualcuno potrebbe a ragione anche sostenere che non si stia ancora giocando.