Democrazia? Davvero? Intesa come zattera?

Caratteristica fondamentale del dibattito politico ideologico istituzionale in corso in America nelle 13 colonie – come molto bene scrive Jill Lepore in ‘Queste verità’ – prima che si parlasse di Rivoluzione e Indipendenza fu la diffusa connotazione inequivocabilmente negativa del vocabolo ‘democrazia’ e di cosa rappresentasse.
Ci si rifaceva in questo ad Aristotele, secondo il quale esistono tre forme di governo: quello monarchico, quello aristocratico e quello politico (da ‘polis’).
Pertanto, quello di uno, di pochi, di molti.
Ognuno di essi ha il difetto di corrompersi quando favorisce i propri interessi piuttosto che il bene comune.
Una monarchia corrotta è una tirannia.
Una aristocrazia corrotta è una oligarchia.
Una ‘polis’ corrotta è una democrazia!
Per evitare che si corrompano occorre combinare in modo appropriato le tre forme così che la corruzione in ognuna sia controllata e corretta dalle altre.
Uno dei futuri Founding Fathers al riguardo ebbe a chiudere il discorso sostenendo che la nave monarchica naviga bene anche se può capitarle di affondare, mentre la repubblica è “una zattera che non affonderà mai però i tuoi piedi sono sempre nell’acqua”.