E i libertariani?

Nato nel 1971, ha faticosamente mosso i primi passi.

Campagne elettorali presidenziali di scarso successo e pochissimo seguito.

Perfino quando gli è riuscito di candidare alla Casa Bianca un personaggio del calibro di Ron Paul.

Si muove, difatti, il Libertarian Party nell’acqua nuotata da una non trascurabile parte dei repubblicani.

Alla fine, nel 2016, proponendo un ticket di alto profilo – due ex Governatori, Gary Johnson per la Presidenza e Bill Weld per la Vice – non male il risultato (più del tre per cento dei voti e quasi quattro milioni e mezzo di suffragi).

Cosa farà il Libertarian Party nel 2020?

A quanto si dice – le cose però cambiano e non solo in politica – non potrà riproporre né Johnson (che si è tirato fuori) né Weld che è rientrato tra i GOP e va esaminando l’idea di sfidare Trump per la nomination.

Comunque, sarà opportuno se non necessario, di quando in quando, dare un’occhiata da quelle parti.

La sensazione è che i consensi per i libertariani possano aumentare.

Non ovviamente in modo tale da superare i due partiti egemoni ma abbastanza negli ‘Swing States’ per provocare qualche sconvolgimento.