Elizabeth Warren tasta il terreno

Certo, Hillary Rodham Clinton.

Abbiamo tutti nella memoria il percorso politico della prima donna che sia arrivata davvero sulla soglia della Casa Bianca, che abbia avuto serissime (e, ahi lei, tradite) possibilità di vincere.

Ha l’ex First Lady aperto definitivamente una strada che poche altre Signore prima di lei – e comunque sempre in partiti ‘minori’, senza speranza – avevano tracciato.

E, d’altra parte, non sono forse gli Stati Uniti d’America il Paese che ha dato il diritto di voto molto tempo prima ai neri che alle donne?

Ciò detto, sottolineando il fatto che le possibili candidature alle nomination, di quadriennio in quadriennio, sono sempre più anticipate (parliamo oggi di una intenzione esplicitata il 31 dicembre 2018 nella prospettiva di un voto fissato al 3 novembre 2020!), una influente Signora va tastando il terreno in campo democratico.

(Naturale che siano gli ‘asinelli’ a muoversi quando il candidato ‘naturale’ a White House per gli ‘elefantini’ è Donald Trump).

La senatrice del Massachusetts Elizabeth Warren ha testé dichiarato di avere costituito un ‘Comitato esplorativo’ che esamini e verifichi la situazione e le prospettive.

Autorevole e già da tempo considerata ‘animale politico’ di rilievo, Warren ha in precedenza ricoperto ruoli significativi, anche se non di primissimo piano, nella amministrazione Obama e si è dichiarata sostenitrice di Bernie Sanders nel corso della contesa interna al Partito Democratico nel 2016.

Ha, infine, appoggiato correttamente (ma non entusiasticamente) Hillary nella campagna perdente contro Trump.

Ora, è proprio tale sua collocazione nello schieramento dem a renderla un pretendente con non eccessive prospettive.

Nella sua area – quella radicale non poi tanto vasta – si muove ancora (parla di una seconda corsa) il predetto Sanders, con maggiori e consolidate chance.

Un ‘Comitato esplorativo’, peraltro, esplicita una volontà che deve essere confrontata con i fatti.

Vedremo, dunque.