Harold Stassen, candidato perdente ma decisivo

Molti i modi possibili per mettere decisiva mano alla elezione di un Presidente USA.

Molti i candidati che ritirandosi in sede di Convention – ovviamente, quando nessun pretendente alla investitura vanta già una precostituita maggioranza – hanno dato indicazione ai delegati a loro collegati di appoggiare un differente esponente del partito determinandone la vittoria poi ripetuta a novembre.

Tra i tanti, opportuno dedicare una certa attenzione ad Harold Stassen.

Già Governatore del natio Minnesota, Harold resta in primis nella storia spicciola dell’Unione per essere stato uno del ‘candidati perenni’ alla Presidenza più impenitenti.

Si propose infatti nove volte.

Nelle tornate elettorali 1944, 1948, 1952, 1964, 1968, 1980, 1984, 1988, 1992.

Mai riuscendo ad ottenere la nomination nelle fila repubblicane.

Occupa però un posto rilevante nella Storia con l’iniziale maiuscola ove si guardi alla campagna interna al GOP nel 1952.

Fu quella una contesa davvero aspra.

Forte del proprio prestigio, Dwight Eisenhower aveva accettato la candidatura alla nomination repubblicana convinto di avere vita relativamente facile.

Non aveva tenuto nel debito conto la presa sul partito del Senatore Robert Taft.

Figlio questi dell’ex Presidente sia degli USA che della Corte Suprema, rappresentava l’anima conservatrice dura e pura del Grand Old Party.

Duole dirlo, ma il futuro due volte Capo dello Stato riuscì a sconfiggere Taft solo attraverso qualche escamotage correntizio che provocò l’indignazione del rivale.

Dopo di che, soprattutto, ottenendo i determinanti voti dei delegati di Stassen che lo stesso ex Governatore riversò su di lui. 

Era difatti Eisenhower fermo a 595 delegati contro i 500 di Taft.

La maggioranza richiesta era fissata a 604.

Il semplice annuncio del voto degli uomini di Stassen a favore del Generale che in cotal modo arrivava a superare il cinquanta per cento richiesto provocò l’abbandono della candidatura del Senatore ad opera di molti.

Un ‘kingmaker’, quindi, nell’occasione l’uomo politico espressione del gelido Minnesota.