I treni persi da Mitt Romney e prima di lui dal padre George Wilcken

Mitt Romney rinuncia esplicitamente a un terzo tentativo di arrivare a White House l’8 settembre 2014.
Battuto da John McCain nella corsa alla nomination repubblicana del 2008…
sconfitto a novembre da candidato ufficiale del Grand Old Party dall’allora incumbent Barack Obama quattro anni dopo…
per quanto molti gli chiedessero di riprovare nel 2016…
benché l’idea non gli dispiacesse…
ebbe alla predetta data a dichiarare:
“Lasciate che ve lo dica.
Ho una davvero grande esperienza in materia di campagne per la Presidenza.
Ho amato molto ogni momento vissuto nelle due occasioni.
Ma il mio tempo è arrivato e passato!”
Dirà poi all’inizio del 2015 che suo compito da quel momento in poi sarebbe stato aiutare il partito a scegliere un diverso e autorevole candidato.
Tutto questo, ben prima della discesa in campo di Donald Trump.
Discesa in campo che l’ex Governatore del Massachusetts ha costantemente avversato considerando il tycoon un repubblicano – per non dire di più e peggio – quantomeno sui generis.
Oggi, Mitt Romney siede in Senato, eletto nelle Mid Term del 2018, in rappresentanza dello Utah (è un Mormone).
E anche dagli scranni dell’alto consesso non fa mancare critiche (ricambiate, diciamo bruscamente, da Trump) alle politiche dell’amministrazione.
È certamente un sorpassato ora collocato in una dorata retroguardia.
Il treno perso – guardando ai trascorsi – è invero quello del 2008.
Avrebbe potuto seriamente contrastare (cosa che non era nelle corde del Senatore dell’Arizona ‘candidato d’onore’ e quindi destinato alla sconfitta) un Obama in cerca della prima nomina, molto meno forte (l’incumbent è sempre avvantaggiato) di quattro anni dopo.
Aveva d’altra parte perso lo stesso treno suo padre George Wilcken Romney (già tre volte Governatore del Michigan e imprenditore di grande successo nel campo automobilistico) nel 1968, sconfitto nelle Primarie repubblicane dal redivivo e dipoi vincente anche a novembre Richard Nixon.
Preparatissimi, i due.
Già provati del tutto positivamente sul campo (Mitt ha esercitato al meglio anche le funzioni di Presidente del comitato organizzatore delle Olimpiadi Invernali di Salt Lake City).
Non gli è bastato.
Non basta mai.