Il 116° Congresso e non solo

Si è riunito il 3 gennaio (come dispone la legge) a Washington il rinnovato Congresso degli Stati Uniti d’America.

Nella circostanza, il 116°.

Come noto, i Rappresentanti (i nostri deputati, pressappoco) sono 435 e hanno un mandato biennale.

La Camera nella quale operano viene totalmente rinnovata il primo martedì dopo il primo lunedì del mese di novembre sia in coincidenza con le presidenziali che in occasione (come il trascorso 6 novembre 2018) delle cosiddette elezioni di ‘medio termine’.

I Senatori, invece, hanno un mandato di sei anni e vengono rinnovati per un terzo ogni biennio.

L’elezione è diretta sia per i Rappresentanti che per i Senatori.

Così, dopo l’approvazione dell’Emendamento del 1913, perché in precedenza i membri della Camera Alta venivano nominati dai Parlamenti dei singoli Stati.

Il Congresso da oggi operativo vede una maggioranza democratica alla Camera Bassa e una repubblicana al Senato.

Situazione difficile per l’amministrazione Trump ma usuale essendosi esiti elettorali simili verificati più volte nella storia.

Di particolare importanza però – va sottolineato – il fatto che il GOP possa contare su una maggioranza senatoriale buona anche se non eccezionale.

Questo perché le nomine presidenziali per quanto riguarda i Giudici della Corte Suprema e Federali, i ministri (Segretari di Stato) e gli ambasciatori devono essere colà ratificate non avendo nessuna voce in merito la Camera dei Rappresentanti.

Per inciso, i Rappresentanti sono 435 perché così ha determinato una legge del 1929.

Ogni Stato ha Rappresentanti in proporzione al numero dei suoi abitanti come determinato dall’ultimo censimento.

(La rilevazione statistica nazionale ha luogo ogni decennio nell’anno con finale zero).

All’interno, è suddiviso in tante circoscrizioni elettorali quanti sono gli eligendi.

I Senatori sono 100 non perché in cotal modo reciti qualche disposizione ma in quanto 2 per ogni Stato.

50 attualmente gli Stati, 100 i Senatori.

Alla Camera è rappresentato il popolo.

Quindi e pertanto, maggiore il numero degli abitanti maggiore quello degli eletti.

Al Senato sono rappresentati gli Stati.

Avendo ogni realtà statale pari dignità, hanno 2 scranni alla Camera Alta sia la California (oggi, popolatissima) che, per dire, la desolata Alaska.