Il GOP raccoglie i cocci

“Non si può andare contro il volere popolare. Trump ha preso più voti nelle primarie e tocca lui”.

Queste, in buona sostanza, le parole pronunciate ieri dal leader della maggioranza repubblicana al senato Mitch McConnell.

Fino a poco fa, nemico del tycoon nuovaiorchese, McConnell ha preso la decisione giusta pensando al bene del partito, alla necessità per il GOP di battere Hillary Clinton e quindi tornare a White House dopo otto anni.

Il senatore si aggiunge a Chris Christie – di colpo, talmente sollecito e servizievole nei confronti di Trump, con il quale aveva battibeccato fino al giorno prima, da essere preso pesantemente in giro  – all’ex speaker, in tempi lontani, e già candidato nelle primarie 2012 Newt Gingrich, al senatore della Florida (per poco ancora, visto che non si è ripresentato) Marco Rubio che l’ha fatto per dovere e obtorto collo, al contendente di Obama nel 2008 John McCain, dell’Arizona, che ha paura di perdere il proprio seggio a novembre e a molti altri.

L’elefantino, pertanto, si va ricompattando.

Restano fuori – ed è difficile rientrino – i Bush e Mitt Romney.

Alla fine, una notevole forza elettorale, in grado di contrastare duramente Hillary Clinton.