Il presidente americano non sarà eletto l’8 novembre ma il 19 dicembre!

Lo so, lo so, dal 1848 – alla Casa Bianca, nella circostanza, arrivò Zachary Taylor – negli Stati Uniti, per White House ci si reca alle urne “il primo martedì dopo il primo lunedì del mese di novembre” dell’anno bisestile (coincidenza determinata dal fatto che il 1792, anno dal quale prende il via l’elezione quadriennale – nell’unico precedente si era votato a cavallo tra il 1788 e il 1789 – era appunto bisesto).

Ma la domanda è: chi viene eletto quel fatidico giorno?

Davvero – come si dice sempre troppo semplificando – il presidente?

La risposta è no!

Il primo martedì dopo il primo lunedì di novembre vengono invece eletti cinquecentotrentotto ‘grandi elettori’.

Cinquecentotrentotto, pari alla somma dei senatori (cento) e dei rappresentanti nazionali (quattrocentotrentacinque) più i tre ai quali nell’occasione ha diritto Washington D.C..

Cinquecentotrentotto suddivisi Stato per Stato (ciascuno Stato nomina tanti grandi elettori quanti sono i suoi parlamentari nazionali: senatori più rappresentanti).

Cinquecentotrentotto che “il primo lunedì dopo il secondo mercoledì del mese di dicembre” successivo, formalmente riuniti – invero, ogni delegazione statale si ritrova nella capitale dello Stato di appartenenza – nel ‘Collegio Elettorale’ (l’organo costituzionale a questo delegato) eleggono il capo dello Stato.

Quest’anno, il predetto primo lunedì dopo il secondo mercoledì di dicembre cade il giorno 19.

Pertanto, con buona pace di tutti, il presidente non sarà eletto l’8 novembre, l’election day, ma appunto il 19 dicembre!