Il problema Senato in generale e georgiano in specie

Lo sappiamo bene.
Il trascorso 3 novembre erano in palio 35 seggi senatoriali.
Ai 33 in scadenza naturale, avendo i titolari completato il mandato, se ne aggiungevano – a causa l’uno del decesso di John McCain e l’altro di dimissioni per malattia – 2 in mano comunque rep.
Dei 33 suddetti, ventuno i repubblicani (fra l’altro, come raramente accade, 2 dello stesso Stato, georgiani) e 12 i democratici.
La qual cosa significava che il rischio maggiore di sconfitta partitica era del Grand Old Party.
La Legislatura in corso (che decade il 3 gennaio a venire) vede sedere al consesso 53 Laticlavi dell’Elefante, 45 dell’Asino e 2 indipendenti (uno è Bernie Sanders) che riferiscono però al Caucus del partito di Joe Biden.
Assegnati finora 33 dei 35, il totale raccolto (compresi ovviamente gli scranni non in gioco nella circostanza) dai repubblicani è 50.
48 (con i 2 indipendenti compresi) i dem.
Fatto è che, per un caso davvero particolare, la sopra citata Georgia non ha scelto e lo farà per i restanti 2 seggi il prossimo 5 gennaio con il ‘runoff’, ovvero un duplice ballottaggio.
Se almeno uno sarà appannaggio del GOP, l’amministrazione Biden avrà almeno fino alle Mid Term Elections del 2022 notevoli difficoltà visto che per la ratifica delle nomine necessariamente da compiere il consenso della maggioranza dei Senatori è indispensabile.
Basterebbe invece al partito democratico, prevalendo in tutte e due le votazioni nello Stato con capitale Atlanta, arrivare a propria volta a 50 seggi visto che, essendo dal 20 gennaio 2021 Vice Presidente Kamala Harris e presiedendo la Camera Alta per Costituzione, avendone in caso di parità facoltà di votare, potrebbe in concreto portare i democratici a condurre i giochi.
Importantissimo come si vede il confronto in uno Stato che usualmente è repubblicano (che Trump avrebbe però perso) e altrettanto usualmente preferisce Senatori GOP.
I sondaggi – mancano 25 giorni – danno però in vantaggio i democratici.
L’uno abbastanza nettamente.
L’altro di meno di un punto percentuale.
Lotta dura, come si vede!

Nota bene.
A) I Senatori – il cui mandato è di 6 anni – sono 2 per Stato e pertanto 100 (affermare come si fa che “negli USA sono 100” è un clamoroso errore.
Se un 51° Stato difatti entrasse nell’Unione diverrebbero 102 come del resto erano 96 prima dell’ingresso di Hawaii e Alaska e ancora meno in precedenza).
B) La votazione per un terzo ogni biennio è studiata per consentire di certo la scalata di un eventuale nuovo partito alla guida della Assemblea ma gradualmente.
C) Fino alla approvazione dell’Emendamento Costituzionale datato 1913 in materia, i Laticlavi erano eletti dai Legislativi statali.
Dalle votazioni seguenti, dal popolo.