Il Vice non può mancare

22 novembre 1963, Dallas, il Presidente John Kennedy viene assassinato.

Gli succede il Vice Lyndon Johnson.

Ma chi succede a Johnson nella carica vicaria?

Nessuno.

Come altre volte accaduto in precedenza – sia quando era deceduto il Capo dello Stato, sia in caso di morte dello stesso Vice – la posizione rimane scoperta.

È per fare fronte in futuro a tali possibili evenienze che nel 1967 entra in vigore il Venticinquesimo Emendamento costituzionale.

Prevede tale disposizione che nel caso di assenza del Vice Presidente (perché ‘promosso’, perché deceduto o in quanto dimissionario) l’inquilino di White House al momento in atto lo nomini e che la scelta sia ratificata dai due rami del Congresso a maggioranza semplice.

La normativa troverà applicazione nel 1973, allorquando al Vice Spiro Agnew – coinvolto in pubblici scandali e costretto a lasciare – subentrò, prescelto da Richard Nixon e approvato da Senato e Camera, Gerald Ford.

Il caso poi volle che alle successive dimissioni dello stesso Nixon (1974) l’uomo politico di Omaha arrivasse ad occupare lo scranno presidenziale risultando pertanto l’unico Presidente USA legittimamente in sella benché mai votato a quel fine dal popolo 

Non per l’altissimo compito.

Non per il vicariato.