Iowa: si fa presto a dire Caucus (negli USA altroché se si vota!)

Eccoci al tanto atteso 3 febbraio 2020.
Eccoci al vero momento iniziale della campagna elettorale.
Il momento nel quale – finite le cosiddette ‘Primarie nascoste’ – si vota.
E, come tradizione vuole, il primo Stato chiamato ad esprimersi è l’Iowa.
Lo fa attraverso un assolutamente abituale Caucus.
Quarantuno (più otto ‘superdelegati’) i democratici da scegliere e inviare alla Convention che si terrà a luglio a Milwaukee.
Quaranta i repubblicani (votano anche loro, per quanto a giochi ampiamente giocati, essendo Donald Trump praticamente imbattibile in materia di nomination).
Considerato il fatto che in campo dem per ottenere la maggioranza assoluta e l’ufficializzazione della scelta occorrerà arrivare al controllo dei mille novecento novanta delegati, numericamente pochissimi i predetti quarantuno.
Psicologicamente importanti e molto.
Storicamente, perfino decisivi in non poche circostanze.
Caucus considerato nella sua grande importanza, va qui ricordato per capire come procedono le cose che quest’anno – così sarà per tutti gli altri Stati con varianti conseguenti a particolari scadenze di mandati congressuali o locali – i cittadini dello Stato con capitale Des Moines, oltre che il 3 novembre per i Grandi Elettori di loro spettanza, saranno altresì chiamati a votare per
– le Primarie relative ad ognuna delle elezioni successive che ora citiamo
– un Senatore federale
– i loro Rappresentanti federali
– il Senato statale
– la Camera statale
– i cinque componenti la locale Corte Suprema
– tre Giudici delle Corti d’Appello.
Negli Stati Uniti d’America si vota!