Ipotesi David French

Non per mancare di rispetto a lui e, in particolare, a Bill Kristoll che lo propone.

Ma, sentendo parlare di David French come possibile ‘terzo uomo’ – intendendo per tale un ‘vero’ candidato alternativo a Donald Trump e a Hillary Clinton – un prima domanda sorge spontanea: “Ma chi diavolo è?”

Certo, quanti sono addentro alle vicende politiche e alle battaglie ideologiche USA lo conoscono come avvocato, scrittore, polemista sulla ‘National Review’ e come eroe di guerra (in Iraq).

E’ altresì stato presidente di una associazione nazionale che si batte per i diritti alla educazione degli individui.

Tutte belle cose, ma non tali da far pensare che abbia le carte in regola per conquistare uno o più Stati.

Questo, infatti – al di là del sottrarre voti all’odiato tycoon – il vero traguardo di Kristoll: togliere dal gioco i delegati di uno o più Stati sperando di fare in modo che né il repubblicano né la democratica l’8 novembre superino la fatidica soglia dei duecentosettanta voti elettorali e cioè la maggioranza assoluta (ricordo che il totale dei ‘grandi elettori’ è appunto cinquecentotrentotto).

Nel caso, la designazione del nuovo presidente spetterebbe (come accaduto nel 1824) alla camera dei rappresentanti che dovrebbe scegliere tra i primi tre in graduatoria.

Anche supponendo che French vinca, che so?, in uno degli ‘Swing States’, non è concepibile che dipoi la camera bassa lo scelga.

Dovesse verificarsi un simile scenario, il favorito sarebbe Trump data la maggioranza GOP tra i rappresentanti.

Molto rumore per nulla.