Johnson al diciotto per cento tra i ‘sandersiani’

Ricordate?

Susan Sarandon ha detto e confermato che non intende affatto votare Hillary Clinton l’8 novembre.

Ha dall’inizio e finora sostenuto a spada tratta Bernie Sanders ma dell’ex first lady pensa tutto il male possibile.

Come lei – l’abbiamo appena scritto – larga parte dei ‘sandersiani’, quelli antropologicamente opposti

all’establishment che Hillary invece tanto bene rappresenta.

Tra i votanti del senatore del Vermont – non poi tanto incredibilmente, come ha sottolineato il candidato del Libertarian Party che parlando in proposito si è soffermato sulle convergenze programmatiche volutamente senza mettere in rilievo le differenze esistenti in specie nei programmi economici – addirittura il diciotto per cento sarebbe disposto a votare Gary Johnson.

E’ per l’ex governatore del New Mexico questo un momento magico. 

Il suo gradimento in termini percentuali cresce ogni giorno e molti lo danno vicino al dodici per cento.

Non che possa sul serio pensare a White House, ma può darsi gli riesca di mettere a segno qualche colpo.

Se per ipotesi riuscisse a conquistare il suo Stato e a catturarne i delegati, nel caso di un arrivo serrato tra asinello e elefantino, potrebbe rivelarsi decisivo impedendo ai due il raggiungimento della maggioranza assoluta dei grandi elettori e trasferendo la nomina del capo dello Stato alla camera dei rappresentanti, come accaduto nel 1824.

Un sogno.