L’8 novembre scopriremo presto chi avrà vinto

Certo, per via dei differenti fusi orari, ove l’elezione novembrina risultasse molto contrastata e i ‘too close to call’ fossero relativi a parecchi Stati, potrebbe capitare di restare in attesa perfino dei risultati dell’Alaska e delle Hawaii.

Ma l’ipotesi per così dire ‘normale’, stando alla storia delle presidenziali dal 1964 ad oggi (cinquantadue anni e tredici tornate elettorali), ci dice ben altro.

Ci dice che, alla fine, quello che dobbiamo guardare – e che possiamo verificare velocemente data la collocazione geografica dei due Stati – è come vanno le cose in Florida e Ohio.

Nello Stato con capitale Tallahassee, a far luogo dal predetto 1964, hanno ‘indovinato’ il vincente sempre tranne che nel 1992, quando votarono George Herbert Bush e prevalse Bill Clinton.

In Ohio – ben lo sappiamo – nelle stesse circostanze, hanno ‘indovinato’ sempre senza nessuna eccezione.

Si può pertanto affermare che per arrivare a White House è necessario prevalere nei due Stati di cui si parla che praticamente votano alla stessa stregua e che la sera dell’8 novembre il nome del successore di Obama sarà appunto quello del vincitore in Florida e in Ohio.