La California allora, la California oggi

Un esempio preciso delle mutate situazioni geopolitiche negli Stati Uniti è dato da un notevole film con Clint Eastwood datato 1993 la cui sceneggiatura di ferro Jeff Maguire aveva scritto come ovvio in precedenza.
Si tratta di ‘Nel centro del mirino’ (‘In the Line of Fire’).
Nel finale, il Presidente – che sarà di lì a poco oggetto di un attentato naturalmente sventato dall’eroico (ci mancherebbe altro) agente interpretato da Eastwood – è in California per un ultimo incontro elettorale pochi giorni prima delle elezioni.
In California – viene detto e ripetuto – perché il Golden State viene dato dai sondaggi in bilico, contendibile.
Ecco, era in effetti possibile in quei primissimi anni Novanta, non più in competizione Ronald Reagan, pensare allo Stato con capitale Sacramento come a un terreno di lotta.
Oggi non da oggi, a nessun sceneggiatore verrebbe in mente di ambientare il finale di una consimile vicenda in California.
Il perché?
Dal 1992, con sempre maggiore facilità e distacco in termini di voti popolari, quello Stato si esprime a favore del candidato democratico, chiunque sia.
Da oltre due decadi praticamente inutile a un aspirante repubblicano fare propaganda colà.
Meglio, nel caso di un testa a testa odierno, situare la conclusione, che so?, in Pennsylvania, in Florida…
Comunque in uno degli ‘Swing States’ ricchi di ‘Swing Voters’.