‘La crisi del sesto anno’ (‘the six-year itch’) sconfitta da Andrew Johnson (il quale non governava da sei anni)!

Allora, non tutti i ‘two term Presidents’ (i capi dello Stato eletti almeno due volte consecutivamente, la qual cosa esclude Grover Cleveland che vinse sì due mandati ma non consecutivi) sono incappati in quella che gli analisti hanno definito ‘la crisi del sesto anno’ (‘six-year itch’), quel particolare fenomeno che ha quasi sempre causato la sconfitta del loro partito di appartenenza nelle Mid Term collocate appunto a metà del secondo mandato: pertanto nel loro sesto anno di Governo.

Prima brillante eccezione, Thomas Jefferson, il cui movimento politico aumentò nel 1806 in entrambi i rami del Congresso, sia pure di poco.

Seconda, di minore brillantezza, eccezione, Bill Clinton i cui asinelli aumentarono nel 1998 alla Camera non perdendo poltrone al Senato.

Esiste in merito (non in merito, si potrebbe obiettare), una Mid Term Election di un secondo mandato che ha portato a risultati che contrastano assolutamente con quanto detto.

Il riferimento è alle elezioni del 1866, a metà del teorico secondo quadriennio di Abraham Lincoln.

Teorico, perché il primo Presidente repubblicano era stato assassinato il 15 aprile del precedente 1865 e sullo scranno presidenziale sedeva Andrew Johnson.

Era – ricorderete – Johnson un Vice democratico ad un Capo dello Stato GOP.

Un ticket così composto nel 1864, a Guerra di Secessione ancora in corso, per far vedere che non tutti i democratici erano a favore appunto della Secessione.

Ebbene, nella circostanza (ripetiamo, 1866) i repubblicani videro aumentare di diciotto seggi i propri Senatori (record assoluto) e di quaranta quelli dei Rappresentanti.

Era talmente democratico Johnson che – dopo essere scampato per un solo voto all’impeachment che i repubblicani chiedevano – cercò di ottenere la nomination dell’asino non riuscendoci.