Le ‘coperte’ di Hoover

William Randolph Hearst, per dire.

Joseph Pulitzer, ancora.

Sarà per via di ‘Citizen Kane’ (‘Quarto potere’) di Orson Welles.

Sarà in ragione del Premio che porta il suo nome.

Ma quando un paio o tre generazioni di italiani, di europei pensavano alla Stampa USA erano questi i nomi che venivano loro subito alla memoria.

Uomini i due che della comunicazione attraverso i giornali e, quanto ad Hearst, la radio avevano fatto strumento di potere.

Impossibilitato Pulitzer, ungherese di nascita, ad aspirare alla Casa Bianca.

Attivo personalmente ma incapace se non di profondamente condizionare per lunghi decenni le scelte politiche Hearst.

‘Scandalistico’ (‘Yellow’, in gergo) il giornalismo inventato dall’ungherese d’America e utilizzato a man bassa dal californiano.

Periodo di splendore il loro – William Randolph a seguito temporalmente parlando di Joseph.

Era talmente diffuso il giornale da essere l’unico mezzo col quale dopo il Crollo di Wall Street la gente che numerosissima dormiva per strada si copriva e riparava dal freddo della notte.

‘Le coperte di Hoover’ allora i quotidiani con riferimento al Presidente al quale ogni responsabilità relativa alla crisi economica travolgente veniva comunque accollata.