Le elezioni del 1872

Ok, dal 4 marzo 1869 la Casa Bianca è abitata da Ulysses Grant.

Repubblicano il vincitore (semplifichiamo) della Guerra di Secessione.

Mille gli scandali politico finanziari che coinvolgono i componenti il suo Gabinetto.

Nasce tra gli stessi repubblicani un forte movimento di opposizione che, approfittando della temporanea inconsistenza dei democratici (non presenteranno gli asinelli candidati nella circostanza), propone un proprio sfidante alternativo per il 1872.

Liberal-democratico, il nome del nuovo ed effimero partito.

Horace Greeley il candidato che seleziona.

(Da notare che il deus ex machina della formazione Carl Shurz – uomo politico e diplomatico di notevole portata – non poteva essere candidato perché non cittadino dalla nascita essendo prussiano di origine e provenienza).

Ulysses Grant rivince facilmente.

Solamente sei, difatti – per un totale di sessantasei Grandi Elettori contro trecento – gli Stati che si esprimono per Greeley.

Ma come mai se qualcuno va a leggere l’esito finale della conseguente votazione ad opera dei citati Grandi Elettori trova che il candidato liberaldemocratico risulta avere zero suffragi?

Ebbene, cinque giorni prima del voto (fissato al 5 novembre 1872) la moglie di Greeley venne a morte mentre il medesimo Horace, provatissimo, passò a miglior vita poche settimane dopo.

Deceduto il candidato, i voti elettorali a lui collegati non furono ovviamente assegnati.

È questo storicamente l’unico caso nel quale uno dei due (o più) contendenti comunque capaci di vincere per espressione popolare almeno uno Stato non ottenne consensi in sede di Collegio Elettorale.