Perché il Collegio Elettorale e perché si vota per il Presidente

A Philadelphia – scrisse James Wilson, uno dei firmatari della Costituzione – nel 1787, i Founding Fathers “non erano rimasti tanto perplessi su nessuna parte della Carta in fieri quanto sul metodo di scelta del Presidente”.
Scartata l’elezione popolare diretta (nella situazione, avrebbe nettamente favorito gli Stati del Nord e comunque non è che il popolo godesse allora di particolare considerazione proprio nel campo elettorale), si pensò che il Capo dello Stato potesse essere espresso da una votazione operata dal Congresso.
Fu però a tale riguardo eccepito che una decisione di tale fatta avrebbe violato il Principio di Separazione dei Poteri.
Fu proprio il citato James Wilson a trovare la soluzione.
Non poteva il Presidente essere conseguenza né del voto popolare né di quello dei Parlamentari?
Perché non pensare allora alla creazione di un organo alla bisogna appositamente istituito.
Avrebbe dovuto essere riservato a uomini rispettabili con mezzi e reputazione (definiti ‘Electors’ con l’iniziale maiuscola per distinguerli da quelli ‘comuni’ e dal sottoscritto ‘Grandi Elettori’).
Nacque in questo modo il Collegio Elettorale che li raccoglie ed ha avuto da subito (ed ha) il compito di ratificare l’esito delle cosiddette (che tali come visto non sono avendo la illustrata funzione) Presidenziali novembrine.
Il Collegio dal 1936 si riunisce per legge “il primo lunedì dopo il secondo mercoledì del mese di dicembre dell’anno elettorale” e pertanto, in questo 2020, lunedì 14 prossimo.