Perché si truccano i sondaggi e gli exit polls

In America per poter votare è necessario iscriversi alle liste elettorali.

Nel farlo, la maggior parte (non è un obbligo) delle persone dichiara la propria vicinanza all’uno o all’altro partito, la qual cosa consentirà poi agli elettori ufficialmente schierati di partecipare alle primarie ‘chiuse’ (quelle, appunto, alle quali gli indipendenti e i simpatizzanti di altri movimenti non sono ammessi) che sono maggiormente in uso nella fase che conduce alla scelta del candidato a White House.

Ora, un istituto di rilevazioni sulle intenzioni di voto che intenda per qualsiasi ragione (vicinanza ideale o politica, quattrini…) condizionare i risultati dichiarando un non esistente vantaggio dell’uno o dell’altro candidato riesce a farlo tranquillamente utilizzando appunto le predette liste elettorali.

Facciamo un’ipotesi che, ahimè, si rifà a molti casi specifici.

Il sondaggio ‘deve’ dimostrare che il signor XY, un democratico, è nettamente in vantaggio nelle intenzioni di voto, che so?, in Pennsylvania?

Facilissimo: si includono nell’elenco delle persone da intervistare via telefono un numero maggiore di democratici e, di contro ovviamente, un numero minore di repubblicani e l’esito è sicuro.

La domanda a questo punto è, perché lo si fa?

Semplice: per scoraggiare non tanto il partito avverso (che ha i suoi dati e sa come vanno le cose) quanto gli elettori della controparte.

Se arrivassero questi alla conclusione che la battaglia sia persa potrebbero restarsene a casa e non votare a tutto vantaggio dei rivali.

Non parliamo, poi, dell’uso scorretto che si fa nel giorno elettorale degli exit polls.

A seconda della loro collocazione geografica, gli Stati hanno differenti fusi orari e pertanto quelli sulla costa atlantica aprono e chiudono i seggi prima degli altri e di ore ed ore (si pensi alle lontanissime Hawaii) man mano che si va ad ovest.

Se – è successo e succederà – se un istituto, dopo la chiusura delle urne degli Stati atlantici dichiarasse che dai suoi exit polls il candidato XY ha già vinto tale affermazione potrebbe indurre gli elettori dell’altro candidato a non recarsi ai seggi. per esempio negli Stati sul Pacifico, ritenendo a quel punto inutile il loro voto.