Presidenziali USA, la sequenza elettorale

Premessa

L’elezione del Presidente USA non è diretta ma di secondo grado.

Per quanto tutti ritengano che così sia, in America nel giorno elettorale non viene eletto il Capo dello Stato.

Sono invece scelti i delegati – nell’occasione definiti ‘Grandi Elettori’ – che più avanti lo eleggeranno.

Di seguito, le diverse e successive fasi che portano dal voto all’insediamento.

1  Electoral Day:

è il giorno nel quale nei cinquanta Stati e nel Distretto di Columbia si eleggono i ‘Grandi Elettori’ cui è demandata la successiva elezione del Presidente.

Nelle schede è scritto il nome dei candidati ma votando per l’uno o per l’altro in effetti si scelgono i ‘Grandi Elettori’ legati appunto all’uno o all’altro e compresi in un apposito elenco. 

L’Electoral Day è fissato al primo martedì dopo il primo lunedì del mese di novembre dell’anno bisestile

2  Collegio Elettorale:

è il corpo costituzionale formato dai ‘Grandi Elettori’ che elegge il Presidente il primo lunedì dopo il secondo mercoledì del successivo dicembre

3  Proclamazione:

avviene nella sede del Congresso ed è fissata al 6 gennaio dell’anno seguente a quello elettorale

4  Giuramento e insediamento:

sono programmati dalle ore 12 del 20 gennaio dell’anno successivo a quello elettorale

Note

Nelle schede elettorali – Stato per Stato e seguendo le prescritte procedure –  possono essere inclusi, oltre ai nomi dei due candidati per così dire ovvi (il democratico e il repubblicano) anche quelli di terzi o ulteriori candidati di partiti minori.

Inoltre, è possibile in determinate circostanze e sempre Stato per Stato, che gli elettori aggiungano di loro pugno il nominativo di altri pretendenti a White House (sistema ‘write in’).

Le prime elezioni presidenziali si svolsero tra il 15 dicembre 1788 e il 10 gennaio 1789 e il Presidente entrò in carica il 30 aprile 1789.

Le seconde ebbero svolgimento nel 1792.

Essendo tale anno bisestile e quadriennale il mandato, da allora l’elezione coincide appunto con la bisestilità.

Fino alla tornata elettorale del 1844 compresa si votava nell’arco del mese di novembre (a volte anche nei primi giorni di dicembre) per dare ampio agio agli elettori di accedere ai seggi di sovente lontani dai luoghi abitativi.

Fu una legge del 1845 a stabilire che dal 1848 (elezione successiva all’approvazione della norma in questione), essendo migliorati i trasporti ed essendo conseguentemente più veloce il trasferimento dalle residenze ai seggi elettorali, si sarebbe andati alle urne in tutto il Paese in un solo giorno il primo martedì dopo il primo lunedì di novembre.

Per inciso, tale indicazione consente di sapere quando avranno svolgimento tutti i futuri Electoral Day: basta guardare al calendario e constatare quando cade il primo martedì dopo il primo lunedì del novembre del 2020, del 2024, del 2028 e così via.

Il mese di novembre, dal predetto 1792, era stato scelto perché ritenuto il primo di relativa calma dal punto di vista lavorativo per gli agricoltori e gli allevatori, classi allora dominanti.

Una società profondamente religiosa – tale indubbiamente era quella statunitense nel citato 1845 – non poteva ritenere né deliberare di votare di domenica, giorno dedicato al Signore.

Di lunedì, allora?

No, dovendosi comunque lasciare agli elettori il tempo per recarsi ai seggi.

Quindi, di martedì.

Peraltro, non semplicemente il primo martedì di novembre in quanto ricorrentemente coincidente con Ognissanti.

Per conseguenza e necessità, come detto e ripetuto, il primo martedì dopo il primo lunedì di novembre dell’anno bisestile e pertanto tra il 2 e l’8 del penultimo mese dell’anno.

Il Collegio Elettorale, come accennato, è composto dai ‘Grandi Elettori’ i quali, secondo quanto disposto nel 1804 dal Dodicesimo Emendamento costituzionale, si riuniscono in un giorno determinato e successivo a quello delle votazioni nelle capitali degli Stati di appartenenza e votano eleggendo quindi il Presidente.

Nessuna legge federale obbliga i ‘Grandi Elettori’ a mantenere l’impegno preso di esprimersi a favore di uno o dell’altro candidato.

Peraltro, non pochi Stati hanno emanato disposizioni al riguardo.

Oggi, teoricamente  (assai raramente e difficilmente operano in tal modo nella realtà), i ‘Grandi Elettori’ di ventiquattro Stati sono ancora esenti da obblighi in proposito.

I verbali delle sedute statali vengono inviati al Congresso in busta chiusa.

Oggi, la descritta riunione del Collegio Elettorale si svolge il primo lunedì dopo il secondo mercoledì del mese di dicembre successivo all’Election Day.

L’apertura delle indicate buste avviene il 6 gennaio dell’anno successivo a quello elettorale.

Al termine della procedura, se uno dei candidati alla Presidenza ha conseguito la maggioranza assoluta dei voti dei ‘grandi elettori’ costui viene proclamato Presidente (così, per quanto attiene alla Vice Presidenza).

Nel caso in cui nessuno avesse raggiunto il prescritto quorum, la decisione finale spetta per la Presidenza alla Camera dei rappresentanti e per la Vice Presidenza al Senato.

La Camera, allora, vota per Stati.

Non hanno pertanto diritto di voto i singoli rappresentanti.

La data fissata per la bisogna è quella del 6 gennaio per consentire che in precedenza i due rami del Congresso, insediati per disposizione del Ventesimo Emendamento il 3 gennaio, portino a compimento le procedure necessarie per il loro funzionamento.

E’ solo dal 1937 – anno successivo alla elezioni del 1936 – che il giuramento e la cerimonia dell’insediamento sono fissati al 20 gennaio, dalle ore 12.00, dell’anno successivo a quello nel quale si è votato.

In precedenza – fatta eccezione per la prima volta di George Washington (assunse l’incarico il 30 aprile 1789) – il giuramento e l’insediamento erano in programma il 4 di marzo sempre dell’anno seguente quello elettorale.

Per incidens, nel caso di successione del Vice Presidente per morte o dimissioni del titolare, le date relative sono dettate dalle contingenze (ovviamente, il Vice entra in carica al momento del suo giuramento).

PS

La data concernente l’Election Day e quella relativa alla riunione del Collegio Elettorale variano di volta in volta essendo necessario identificarle seguendo le disposizioni di legge (il primo martedì dopo….; il primo lunedì dopo…).

Le date della proclamazione e del giuramento/insediamento sono determinate: il 6 e il 20 gennaio dell’anno successivo a quello elettorale.

Conclusione:

tenendo conto di quanto sopra riportato, nel corrente anno il Presidente non sarà eletto l’8 novembre ma il 19 dicembre (il primo lunedì dopo il secondo mercoledì del mese successivo a quello elettorale).