Sanders: endorsement prima del 25 luglio? Chissà?

Ok, i giochi si danno per fatti.

Ma, ufficialmente, così non è.

E i commentatori più attenti, parlando di Trump e Hillary, scrivono giustamente che sono i ’presunti’ candidati.

Ora, per Trump – oramai, senza rivali e con i numeri (dei delegati favorevoli) a posto – le difficoltà, prima e in sede di convention (fissata a Cleveland dal 18 luglio), dovrebbero essere alla fine trascurabili.

Quanto all’ex first lady, invece, è sempre pendente la questione Bernie Sanders, dato che il senatore del Vermont conferma ad ogni pie’ sospinto di non essere intenzionato a cedere prima di Filadelfia (convention a partire dal 25 luglio).

Oggi, però – a leggere i media – nella diga ‘sandersiana’ pare aprirsi uno spiraglio, anche se, a ben vedere, quanto affermato dal capo dello staff del senatore, Jeff Weaver, era risaputo.

“Potremmo”, ha infatti detto, “esprimerci a favore di Hillary Clinton prima del 25 luglio nel caso in cui le nostre richieste in tema di programma elettorale fossero accolte”.

‘Hai detto un prospero!’, verrebbe da esclamare.

E’ proprio questo il problema, troppo distanti (in qualche modo davvero rappresentativi di due diverse anime nel campo democratico, anime ben distinte se non opposte) essendo e restando, soprattutto nei rispettivi elettorati, temi, istanze, desideri, aspirazioni.

E per quanto la politica politicante possa e voglia dimenticarlo, è sull’ideale che dovrebbe giocarsi – e a volte ancora si gioca – la partita.