Solo in ‘West Wing’? No, anche storicamente

Aaron Sorkin.
Se vi capita di notare che lo sceneggiatore di un film o una serie televisiva che tratta della politica americana è Aaron Sorkin e il tema vi affascina guardatelo o guardatela: non vi deluderà.
Tutto ciò vergo in questo momento, perché, pensando a William Wilkie, per connessione, mi è venuto alla mente uno degli episodi conclusivi di ‘West Wing’, lo sceneggiato creato da Sorkin che in sette annate, dal 1999, ha cercato di far comprendere a tutti come ‘funziona’ veramente la Casa Bianca e cosa vuol dire ‘fare’ il Presidente.
Ebbene, al dunque.
Il candidato che ha vinto le Presidenziali – siamo a questo punto – è in gamba e comprende che l’avversario che ha sconfitto sarebbe per lui una magnifica spalla.
Cosa che gli propone di essere.
Lasciando perdere Jimmy Smits e Alan Alda (gli attori in scena), allorquando Franklin Delano Roosevelt, in corsa e vincente per la terza volta nel 1940, di trovò nella necessità di trovare una collaborazione sincera e ragionata si rivolse all’avversario battuto ma leale, a Wendel Wilkie.
A fine contesa, i due si erano scambiati non pochi riconoscimenti.
Delano aveva detto che il repubblicano era una persona che cercava comunque di dare un contributo.
Wendel aveva pubblicamente dichiarato che adesso, a campagna terminata, era ora di collaborare e di rinfoderare le sciabole.
Fece di più.
Fondò con Eleanor Roosevelt ‘Freedom House’, una ancora operante organizzazione internazionale che si interessa di democrazia, libertà e diritti civili.
Ecco, possiamo pensare oggi mai allo sconfitto tra Trump e Biden che si metta al fianco del vincitore per la migliore possibile operatività?