Sul Proibizionismo

Cosa ci si attendeva approvando l’Emendamento che imponeva il cosiddetto Proibizionismo?
Una buona risposta a questa domanda l’abbiamo leggendo cosa scrisse al riguardo Alice Roosevelt Longworth, figlia di Theodore Roosevelt:
“Quando arrivò, brontolammo,scrollammo le spalle, decidemmo di usare le scorte che possedevamo, e quando quelle finirono concentrammo la nostra attenzione sulla produzione del vino e la distillazione casalinghe, pensando che indubbiamente le forniture sarebbero arrivate col contagocce da una fonte o dall’altra.
Ritengo che nessuno di noi avesse minimamente previsto la fiorente industria del contrabbando che si sarebbe sviluppata, la totale e organizzata violazione della legge e dell’ordine”.
Va a questo proposito ricordato cosa ebbe a dire anni dopo Orson Welles:
“Come tutte le culture protestanti o ebraiche, gli Stati Uniti vennero fondati sull’idea che la parola di un uomo ha un valore.
Altrimenti non saremmo potuti andare nel West, dato che era senza legge.
La parola di un uomo doveva contare qualcosa.
La mia teoria è che tutto andò in malora con il Proibizionismo, perché era una legge che nessuno poteva rispettare.
In quel momento il concetto di sovranità della legge si guastò…
Quando la gente accetta che infrangere la legge è normale, tutta la società ne risente”.
(Da ‘A pranzo con Orson Welles. Conversazioni tra Henry Jaglom e Orson Welles’, a cura di Peter Biskind, Adelphi, 2013)