Un ‘Dark Horse’ – almeno quanto alla nomination dem – è alle viste?

Guardando ai Presidenti americani succedutisi nel tempo, tre, a detta degli storici, i ‘Dark Horse’ (l’espressione trova origine nell’ippica e viene usata per il cavallo che del tutto inaspettatamente, altri essendo i favoriti, vince).
Più numerosi i candidati alla Casa Bianca sconfitti a novembre dopo essere inopinatamente arrivati alla nomination.
Nella totalità dei casi, il ‘dark horse’ ottiene la nomination a seguito di una contrapposizione politica che blocca la Convention e impedisce ai delegati di scegliere tra due forti candidature.
È cioè un ‘terzo’ frutto del compromesso.
I tre Presidenti in cotal modo considerati – capaci quindi di stupire sia ottenendo l’investitura che successivamente arrivando a White House – nell’ordine sono stati James Polk (eletto nel 1844), Franklin Pierce (vittorioso nel 1852) e Warren Harding (capace di prevalere nel 1920).
È certamente troppo presto per fare pronostici riguardo alla nomination democratica 2020 ma, al momento, è possibile pensare che i molti personaggi politici ancora in gara si annullino vicendevolmente, che in sede congressuale si arrivi senza una maggioranza schierata, che in una brokered Convention di tale fatta esca dal gruppo e si porti in testa tagliando il traguardo per primo un terzo oggi non identificabile.
Insomma, che si torni alla scelta di un ‘Dark Horse’ alla vecchia maniera, come succedeva anni ed anni fa.
Certo, così accadesse Donald Trump gioirebbe.
Ma, attenzione, almeno due dei tre rivali dei citati signori erano sicuri di vincere e così non fu.