Un necessario ripasso

Il mandato presidenziale USA ha la durata di quattro anni.

 

La votazione per la nomina dei Grandi Elettori (dalla tornata 1964 cinquecentotrentotto, divisi Stato per Stato proporzionalmente al numero degli abitanti quali risultino dai Censimenti decennali e comunque pari alla consistenza delle delegazioni congressuali – Senatori più Rappresentanti – degli stessi) che poi eleggeranno nel loro Collegio il Presidente si svolge dal 1848 in un solo giorno, ‘il primo martedì dopo il primo lunedì del mese di novembre’ dell’anno coincidente con il bisestile (questo perché la seconda ebbe luogo nel 1792, anno appunto bisesto, ed avendo l’incarico la durata indicata…) .

 

L’effettiva elezione – si tratta non di un voto ‘diretto’ da parte dei cittadini ma di uno ‘di secondo grado’, mediato – ha svolgimento ‘il primo lunedì dopo il secondo mercoledì del successivo mese di dicembre’ a meno che, nessuno avendo raccolto la maggioranza assoluta (duecentosettanta, dal famoso 1964) dei Grandi Elettori, la competenza passi alla Camera dei Rappresentanti, laddove il voto di ogni Stato vale a quel momento uno prescindendo dai ‘criteria’ in precedenza prescritti e, sostanzialmente, dal ‘peso’, in termini di numero, degli abitanti.

 

E’ capitato con particolari conseguenze nel 1824.

 

Lo stesso, ma l’incombenza passa al Senato, dove la preferenza è personale, nell’ipotesi (è occorso nel 1836) che a non raggiungere la prescritta maggioranza sia il candidato Vice.

 

Siamo abituati alla Cerimonia Inaugurale, al Giuramento nelle mani del Presidente della Corte Suprema del neo (o del confermato) Capo dello Stato e all’Insediamento del medesimo in quel di Washington a mezzogiorno del 20 gennaio dell’anno successivo a quello elettorale.

 

In verità fino al 1933 compreso, e con una sola eccezione che subito vedremo, i quadrienni avevano inizio e terminavano il 4 marzo del predetto anno seguente l’elezione.

 

E’ quindi il primo quadriennio di Franklin Delano Roosevelt a risultare più corto del normale (dal citato 4 marzo 1933 al 20 gennaio 1937).

 

Per connessione, va qui ricordato (l’eccezione di cui sopra) che ancora più breve fu il primo mandato – quello che dette il via alla serie – del Padre della Patria George Washington.

 

Insediato il 30 aprile 1789, decadde (per succedere a se stesso) il 4 marzo 1793.

 

Ovvio, che nel caso di subentro, ‘mortis causa’ o a seguito di dimissioni, del Vice Presidente tutto cambi quanto al Giuramento con annessi e connessi che ha luogo quando necessario e spesso lontano dalla Capitale.

 

 

 

Guardando ai record in materia di durata, William Harrison, insediato il 4 marzo 1841, venne a morte (per malattia) esattamente un mese dopo, il 4 marzo 1841.

 

(Per conseguenza, il periodo trascorso alla Casa Bianca – dal 4 aprile 1841 al 4 marzo 1845 – dal suo Vice John Tyler è il più lungo sul ponte di comando di un vicario subentrato).

 

Quello di William Harrison pertanto il mandato più breve, teoricamente (si facciano gli scongiuri) battibile.

 

Decisamente insuperabile invece – visto che un Emendamento costituzionale approvato nel 1951 vieta di essere eletti più di due volte –

 

il primato opposto di Franklin Delano Roosevelt, vittorioso in quattro circostanze (1932, 1936, 1940 e 1944) e restato a White House dal 4 marzo 1933 al 15 aprile 1945, giorno della morte per cause naturali.