Voto postale, una contraddizione in merito

Si discute animatamente a proposito della estensione, quanto alla consultazione del 3 novembre, del voto postale.
Assolutamente contrari Donald Trump e i repubblicani, che addirittura paventano sia un mezzo per truccare l’esito della tornata.
Favorevoli in toto i democratici.
E proprio riguardo al partito dell’Asino, al suo elettorato, va segnalata una contraddizione.
È senza dubbio, difatti, una vera ‘riserva’ quella dei votanti neri per il movimento politico di Joe Biden.
Ma è proprio tra costoro che l’opposizione al voto non alle urne è più forte.
Tanto che i dati ufficiali relativi alla consultazione del 2016 hanno mostrato come solo l’undici per cento dei predetti neri ne abbia fatto uso.
Percentualmente, un numero pari a meno della metà del voto bianco.
Si può senza dubbio pensare a questo proposito – tra le altre – ad una motivazione con profonde radici storiche.
Accedere ai seggi per una etnia alla quale il voto è stato dapprima – all’epoca dello schiavismo – del tutto negato, la cui espressione è stata poi per molti decenni – regnante il segregazionismo – in specie nel Sud in ogni modo ostacolata ha un evidente ed innegabile valore e significato etico e simbolico.