Washington e la ‘Indennità di collina’

Ai vecchi tempi, ai diplomatici inglesi costretti a vivere in località dal clima quantomeno discutibile se non malsano (norme in merito erano applicate nelle colonie asiatiche, per dire), il Governo di Sua Maestà concedeva la cosiddetta ‘indennità di collina’ (‘Hill Allowance’) per permettere loro di soggiornare di quando quando in luoghi più corroboranti.

Fu solo negli anni Quaranta/Cinquanta del Novecento che tale indennità fu tolta ai funzionari dell’ambasciata britannica a Washington.

Il vecchio Raymond Cartier cominciava con queste parole nel suo ‘Le Cinquanta Americhe’ la descrizione della capitale USA di fine Cinquanta:

“Nulla a Washington può essere definito normale.

Il clima è spaventoso.

L’estate un bagno turco…

La natura stupenda…”

È in questo luogo, naturalmente ‘discutibile’, che il 15 aprile 1791 il Generale George Washington delimitò i confini di quella che sarebbe diventata la capitale federale.

Si era arrivati alla palude in questione – lo era e occorrerà bonificarla prima di costruire – accettando l’offerta degli Stati del Sud (in specie della Virginia e del Maryland che avevano dato i terreni) più ricchi di quelli del Nord i cui debiti furono nella circostanza messi in comune.

Occorrerà arrivare al 1800 perché la dimora presidenziale (futura Casa Bianca) possa essere inaugurata.