Harris, in precedenza del tutto negletta

Ipsos 19/21 luglio 2024: favorevoli 35 per cento. Big Village 14/18 agosto 2024: favorevoli 53 per cento. Questi – nel mentre la stampa e le televisioni, non solo americane ci mancherebbe, squarciata divinamente l’oscurità, la esaltano senza se e senza ma dimenticando quanto di negativo scritto e detto fino a ieri – i dati estremi relativi al gradimento tra i cittadini di Kamala Harris riportati da FiveThirthyEight praticamente nei giorni immediatamente precedenti il ritiro di Joe Biden e settantadue ore fa.
Detto che la prima valutazione citata era ovvia conseguenza della percezione da parte degli americani dell’operato in ben oltre tre anni di esercizio della carica vicaria, a cosa si deve l’inarrestabile e fortissimo aumento – diciotto punti! – in meno di un mese? Quali le eclatanti e necessariamente positive azioni politico amministrative messe in atto? Nessuna.
La sola novità consistendo nel fatto di avere ricevuto, quasi gli Stati Uniti fossero una monarchia assoluta, per via dinastica, il potere (così in effetti è, chi mai praticamente più guardando dal 21 luglio a Joe Biden se non come “al caro vecchietto”?). Un caso unico di ‘Bounce’ – incomparabile con qualsiasi precedente ‘rimbalzo’ usualmente coincidente con una Convention (e quella in corso a Chicago influirà vie più) – che resterà per sempre nella storia americana a prescindere dal risultato finale: prevalga o meno a novembre nelle urne.
“Che tu possa vivere in tempi interessanti” l’augurio vicino a una maledizione attribuito ai cinesi al quale stiamo dando – non solo per questi accadimenti a partire in specie dall’attentato del 13 luglio a Butler decisamente in ogni senso ‘americani’ ma anche – indubbiamente amplissimo seguito.

21 agosto 2024