John Kerry, l’ultimo candidato democratico

L’attuale segretario di Stato John Kerry.

E’ lui, invero, l’ultimo candidato democratico alla presidenza USA.

Nel 2004, al culmine di una carriera politica di respiro, Kerry otteneva dal suo partito la cercata e meritata nomination per dipoi soccombere a novembre nei confronti del presidente in carica e in cerca di conferma George Walker Bush.

(Per quanto, storicamente, sia più facile per un democratico defenestrare un repubblicano non è comunque impresa di tutti i giorni).

Perché parlarne ora con riferimento peraltro – tralasciando il suo presente incarico – nel caso, alla presidenza?

Perché si tratta indubbiamente dell’ultimo candidato del partito dell’asino scelto per ragioni squisitamente politiche e non per pressoché esclusive ragioni mediatiche politicamente molto corrette.

In qualche modo, altresì dell’ultimo esponente di una precisa ideologia in casa dem.

(Guardando al partito dell’elefante, Mitt Romney può essere a sua volta ritenuto l’ultimo repubblicano ‘vero’ in corsa per la Casa Bianca).

Dopo, nel 2008, il partito che fu di Woodrow Wilson e di Franklin Delano Roosevelt, propose come proprio esponente un nero senza esperienza alcuna (era senatore da due anni!) puntando tutto sulla razza.

In questo 2016, ecco la donna – altra scelta corretta – e non importa che politicamente la signora abbia fallito ovunque e comunque.

(Dando in’occhiata doverosa al campo avverso, in lotta troviamo un personaggio mediatico di poca cultura e di comprovata volgarità, evviva).

Dobbiamo abituarci al declino che sarà sempre più accentuato.

I prossimi candidati saranno scovati tra gli handicappati, omosessuali e di colore resi a tutti noti dalla tv e dal web.

Triste.