Tre mandati democratici di fila, l’arduo impegno, storicamente parlando, di Hillary Clinton

Da quando, nel 1856, democratici e repubblicani si confrontano per la conquista della Casa Bianca, le sequenze vittoriose (oltre i due mandati consecutivi, l’impegno al quale attende oggi Hillary Clinton dopo il doppio successo di Barack Obama) dell’uno o dell’altro partito sono state le seguenti:

Sei vittorie repubblicane di fila dalle elezioni del 1860 a quello del 1880 (1860 e 1864, Abraham Lincoln; 1868 e 1872, Ulysses Grant; 1876, Rutherford Hayes; 1880, James Garfiel).

Quattro affermazioni repubblicane l’una dopo l’altra dalle votazioni del 1896 a quelle del 1908 (1896 e 1900, William McKinley; 1904, Theodore Roosevelt; 1908, William Taft).

Tre vittorie GOP conseguenti dalle elezioni del 1920 a quelle del 1928 (1920, Warren Harding; 1924, Calvin Coolidge; 1928, Herbert Hoover).

Cinque successi democratici consecutivi nelle tornate che vanno dal 1932 al 1948 (1932, 1936, 1940 e 1944 Franklin Delano Roosevelt; 1948, Harry Truman).

Tre vittorie repubblicane l’una dopo l’altra dal 1980 al 1988 (1980 e 1984, Ronald Reagan; 1988, George Herbert Bush).

Non v’è chi non veda come l’asinello – ove si escluda l’unica occasione citata, peraltro di certo determinata dalla presenza del secondo Roosevelt – non sia mai riuscito a restare a White House almeno tre volte consecutivamente.

Come detto, è questo l’impegno di Hillary Clinton nella corrente circostanza.

E’ vero, l’ex segretario di stato è vissuto (e si comporta) come ‘il candidato ineluttabile’ al quale prima la nomination e poi l’incarico devono (devono!) essere attribuiti.

Ma la storia ci dice altrimenti.

Faccio notare che Obama nel 2012, rispetto alla precedente elezione, ha ottenuto un numero decisamente inferiore di suffragi conquistando meno grandi elettori.

Un segno di declino poco riportato e studiato ma importante.

(Si pensi che l’ultimo presidente, in cerca di conferma e rieletto, ugualmente in calo di voti e delegati è stato Franklin Delano Roosevelt nel 1944. Nella sua quarta campagna elettorale, va sottolineato).