1796

Invitato nel 1796 a riproporre una terza volta la propria candidatura (la qual cosa lo avrebbe portato – di nuovo certamente nominato all’unanimità – ad occupare lo scranno per altri quattro anni), il Padre della Patria George Washington rifiutò affermando che il peso della carica era talmente grave da non poter essere sostenuto per più di otto anni.

(Per inciso, è questa la ragione – non altra, visto che l’Emendamento che limita a due le possibili elezioni è datato 1951 ed è conseguente alla quadruplice affermazione di Franklin Delano Roosevelt – per la quale anche personalità di alto rilievo quali, per dire, Thomas Jefferson o James Madison o James Monroe – per parte sua, rieletto nel 1820 senza opposizione se non formale – non brigarono un terzo incarico).

Washington lasciava nutrendo comunque e a ragione non pochi timori.

Uno, il principale.

Che gli Stati, votando, si dividessero – già allora! anche se con differenti motivazioni – geograficamente Nord contro Sud.

All’epoca – e al ‘difettò’ porrà rimedio un Emendamento del 1804 – i Grandi Elettori (nella circostanza in azione a seguito delle votazioni programmate dal 4 novembre al 7 dicembre 1796) avevano a disposizione due voti a testa.

Colui al quale avessero assegnato il maggior numero di preferenze sarebbe diventato Presidente.

Suo Vice il secondo classificato.

Non era prevista una divisione certa (non esisteva il ticket) tra i pretendenti alla carica massima e a quella vicaria.

Così stando le cose, nel mentre i Federalisti – che contavano sul sostegno in particolare dei Grandi Elettori scelti dagli Stati collocati a nord della Pennsylvania – portavano sugli scudi John Adams (due volte Vice di Washington), i Repubblicani-Democratici sostenevano Thomas Jefferson (già Segretario di Stato).

Tutto bene, tranne per il fatto che Alexander Hamilton (non più al Governo ma sempre molto autorevole) manovrasse  perché Presidente diventasse Thomas Pinckney, teoricamente in corsa per i Federalisti solo quale Vice.

L’uomo di Nevis voleva che i Grandi Elettori sudisti – il cui primo voto sarebbe andato certamente a Jefferson – si esprimessero anche per un altro candidato del Sud quale Pinckney era.

Nel caso, a sorpresa, sommando i voti, il suo favorito avrebbe potuto prevalere.

L’operazione non andò a buon fine perché alcuni delegati rifiutarono l’ipotesi.

Adams ottenne settantuno preferenze.

Jefferson sessantotto.

Pinckney cinquantanove.

Per la prima ed unica volta, in cotal modo, Presidente e Vice appartennero a due diversi partiti.

John Adams Federalista (unico tra i Federalisti a vincere cosa che non riuscirà ad altri suoi amici) alla Presidenza.

Thomas Jefferson Repubblicano-Democratico alla carica vicaria.

(Teoricamente, altrettanto avrebbe potuto accadere nel 1800 – dato che l’aggiustamento introducente il predetto ticket avrà effetto nel e dal 1804 – ma così non fu arrivando – attraverso notevoli difficoltà, peraltro – nella circostanza alle due cariche uomini del medesimo movimento politico).