2016. Democratici candidati alla nomination sei Repubblicani diciassette

Elezioni Presidenziali particolari quelle datate 2016.

Impossibilitato il Presidente uscente (Barack Obama) a ricandidarsi per il disposto del XXI Emendamento del 1951,

non in corsa il suo Vice Joe Biden,

si proponeva una situazione decisamente poco frequente, rara, visto che dalle votazioni del 1928 (Alfred Smith contro Herbert Hoover) in poi solo nel 2008 era accaduto altrettanto: non erano cioè tra i candidati né un Capo dello Stato in cerca di conferma né un Vice desideroso di subentrargli.

Sei appena nel 2016, agli inizi della campagna, i contendenti democratici alla nomination.

Erano

l’ex First Lady e Segretario di Stato Hillary Rodham Clinton,

il Senatore del Vermont Bernie Sanders,

l’ex Governatore del Maryland Martin O’Malley,

l’ex Governatore del Rhode Island Lincoln Chafee,

l’ex Senatore della Virginia Jim Webb,

il docente di Harvard Lawrence Lessig.

Gli ultimi tre lasciarono la corsa prima ancora del Caucus dell’Iowa.

O’Malley pensò bene di ‘sospendere’ la sua partecipazione subito dopo la predetta votazione.

Sappiamo poi bene come la contesa tra Hillary e Bernie si concluse a favore della prima.

Diciassette i candidati repubblicani:

Donald Trump, imprenditore,

John Kasich, Governatore dell’Ohio,

Ted Cruz, Senatore del Texas,

Marco Rubio, Senatore della Florida,

Ben Carson, medico,

Jeb Bush, ex Governatore della Florida,

Jim Gilmore, già Governatore della Virginia,

Chris Christie, Governatore del New Jersey,

Carly Fiorina, dirigente industriale,

Rick Santorum, già Senatore per la Pennsylvania,

Rand Paul, Senatore del Kentucky,

Mike Huckabee, ex Governatore dell’Arkansas.

Escluso Trump – sappiamo dove è arrivato – i predetti, in conseguenza dei risultati personalmente ottenuti, si ritirarono cammin facendo.

Al contrario, uscirono prima dell’Iowa:

George Pataki, ex Governatore del New York,

Lindsey Graham, Senatore del South Carolina,

Bobby Jindal, Governatore in scadenza della Louisiana,

Scott Walker, Governatore del Wisconsin,

Rick Perry, ex Governatore del Texas.

Più articolata la procedura democratica quanto alla scelta dei delegati alla Convention visto che l’attribuzione degli stessi avveniva su base proporzionale ai voti popolari presi.

Più sciolta quella repubblicana perché molto spesso i delegati suddetti venivano assegnati col sistema ‘winner take all’.

Assoluto, quando bastava avere comunque un suffragio in più dei rivali per ottenere tutti i delegati dello Stato votante.

Relativa, allorquando era necessario arrivare ad ottenere almeno il cinquanta per cento più uno dei voti, venendo altrimenti i delegati attribuiti proporzionalmente.

È in ragione dei differenti sistemi che la prevalenza di Donald Trump fra i GOP si appalesò temporalmente prima di quella di Hillary Clinton tra gli asinelli.

Cinquantasei, tra Stati e Territori Associati, le votazioni indette dai repubblicani.

Cinquantasette, Territori e Elettori all’estero compresi, quelle democratiche.