A chi ci si rivolge nei comizi in campagna elettorale?

I continui attacchi mediatici a Donald Trump sono tutti impostati sull‘improponibilità assoluta e indiscutibilmente acclarata delle sue volgarissime idee, sulla rozzezza delle conseguenti affermazioni e sulla sguaiataggine delle successive azioni.
Volgarità, rozzezza, sguaiataggine, eccetera, così giudicate da quanti lo attaccano.
(Non evidentemente da oltre 73 milioni di Americani, a loro volta considerati alla medesima stregua – Hillary Clinton lo disse chiaramente nel 2016).
A sostegno delle loro faziosità (mai nella storia tutta la stampa si è in precedenza comportata come una parte in causa), i liberal che rappresentano establishment e poteri forti, come appena detto, portano quanto Trump pubblicamente è.
Orbene, sapendo benissimo di non avere possibilità alcuna di farlo capire a gente di tale razza, in politica, di più nelle campagne elettorali, una persona minimamente capace non cerca assolutamente di convincere gli avversari, gli oppositori a votare per lui.
Tempo perso e danno anche economico conseguente.
Si rivolge a quanti gli sono vicini, usando temi e parole adatte, producenti.
Non ha insomma mai pensato Trump – che ricambia certamente il disprezzo di quanti ne fanno parte – di convincere la redazione del New York Times a votare per lui.
So di arrecare a quei signori un terribile dispiacere dicendoglielo, ma è così!