Chuck Norris alla Corte Suprema!

Domenica pomeriggio, due o tre ‘ciacole’ tramite whatsapp  con il ‘nuovayorchese’ Stefano Graziosi.

“Dopo Kasich, altri repubblicani si sono pronunciati a favore di Garland?”, chiedo.

Per quanti non lo sapessero, Obama ha da poco proposto il presidente della Corte d’Appello di Washington DC Merrick Garland come sostituto del defunto Antonin Scalia.

Un liberal al posto di un conservatore.

Tuoni e fulmini repubblicani che hanno la maggioranza al senato che deve ratificare tali nomine.

Ma non da parte di John Kasich che ha detto che se diventasse presidente potrebbe proporlo anche lui.

“No e se toccasse a Cruz credo che indicherebbe piuttosto Chuck Norris!”, la risposta.

Il protagonista di ‘Walker Texas Rangers’ è da sempre e anche oggi tra i GOP più duri e puri.

“Utah e Arizona alle porte.

Cosa dicono i sondaggi?”, domando.

“Cruz è dato sopra il cinquanta per cento nello Stato mormone e se davvero supera quella soglia scatta il ‘winner takes all’ che lì è condizionato e non assoluto”, replica.

In Florida, per fare un raffronto recente, il metodo ‘winner…’ tra i repubblicani ( i democratici vanno avanti col proporzionale e amen) era invece assoluto ragione per la quale Trump ha catturato tutti i delegati di quello Stato pur restando sotto il cinquanta per cento (i dati dicono quarantacinque e sette).

Ogni Stato stabilisce proprie regole in merito.

“E in Arizona?”, insisto.

“Trump e Cruz molto vicini”, conclude.

Passo alla casa democratica.

“E tra i dem?”, riprendo.

“Pare che Sanders sia in qualche vantaggio in Arizona ma è tutto fluido”, è la risposta.

A dire il vero, gli elettori dell’asinello martedì votano anche nell’Idaho, il misterioso (finora non se ne sa nulla) Idaho.

“Hillary Clinton, alla fine, vincerà tra i democratici”, concludo.

“E avrà davvero buone possibilità l’8 novembre.

Fatto è che né Trump né Cruz né Kasich hanno le caratteristiche ‘giuste’ per compattare il variegatissimo fronte repubblicano.

Trump è un cavallo imbizzarrito che pesca fuori e oltre il partito ma che non è voluto certamente dai centristi.

Cruz è la destra religiosa, del Tea Party (anche se con qualche distinguo), degli evangelici, la destra che quando riesce ad esprimere un proprio candidato novembrino perde sonoramente e che, al contempo, con molta difficoltà vota per un centrista, come dimostrano gli insuccessi di John McCain e di Mitt Romney.

Kasich è il classico candidato di ripiego, quello, per l’appunto, che i seguaci di Cruz non voterebbero per nessuna ragione.

Occorrerà fantasia nella composizione del ticket GOP.

E probabilmente – salvo colpi di scena clamorosi – non basterà”.

“Sono d’accordo”, chiude Graziosi.