Dove possono portare le contestazioni del voto nei singoli Stati

Premessa sempre necessaria: il Presidente degli Stati Uniti non è eletto direttamente dal popolo ma dai Grandi Elettori scelti Stato per Stato che formano il Collegio, appunto, Elettorale.
È questa una elezione di secondo grado!
Ciò rammentato.
Tra martedì 3 novembre e lunedì 14 dicembre ogni e qualsiasi ricorso che dovesse essere presentato avverso ai risultati elettorali nei singoli Stati deve essere risolto.
Questo perché per legge il Collegio dei Grandi Elettori si riunisce il primo lunedì dopo il secondo mercoledì dell’ultimo mese dell’anno elettorale.
Nel caso specifico, appunto il 14 dicembre.
Nell’ipotesi estrema (è accaduto nel 1824 per ben differenti ragioni: nessuno dei candidati aveva conquistato la maggioranza assoluta dei Delegati al predetto Collegio) in cui ciò non accadesse la competenza passerebbe alla Camera appena rieletta che delibererebbe in merito a partire dal 6 gennaio 2021.
In quell’aula, in una tale circostanza, come previsto dal 12° Emendamento del 1804, il voto è per Delegazione e pertanto ogni Stato ‘pesa’ allo stesso modo.
Per chiarirci, la California (il più popolato e pertanto col maggior numero di Grandi Elettori, 55) e l’Alaska (che ne ha 3) contano entrambi 1.
Per conseguenza, prevale il candidato che può colà contare sul sostegno di un maggior numero di Stati, la qual cosa spesso capita al partito repubblicano.
Ecco dove, senza nessuna rivoluzione, applicando ricorsi e leggi, può arrivare un candidato davvero determinato.
Ovviamente, il tutto sarebbe bloccato – come accadde nel 2000 – se la Corte Suprema intervenisse sentenziando prima del predetto 14 dicembre.
Tutto chiaro?