Eisenhower: del giovane ‘Ike’, invero

Per quanto i texani includano Dwight ‘Ike’ Eisenhower tra i loro prediletti figli – nacque a Denison, contea di Grayson la cui capitale si chiama Sherman e ha preso nome dal Generale Sidney Sherman (tra Generali…) – il futuro Capo assoluto delle Forze Alleate in Europa e dipoi Presidente aveva decisamente di più del kansaniano.

La casa familiare era ad Abilene – nel centro dello Stato più centrale possibile, il Kansas appunto.

E al momento nel quale il Nostro colà studiava e imparava a vivere, nel paese ancora risuonava l’eco delle pistolettate con le quali Wild Bill Hichock, tempo prima, aveva messo a tacere malfattori e razziatori vari.

Appartenevano gli Eisenhower, religiosamente parlando, ai Brethren in Cristo – cugini degli Amish per capirci – la cui fede proibiva in modo definitivo l’uso delle armi.

(Che dire, guardando alla strada che – per caso e ne parleremo – prese?)

In casa – ricorderà anni e anni dopo ‘Ike’ – tre Bibbie, una delle quali (quella che il padre leggeva), in greco.

Non bello (‘Ugly’, il nomignolo), sui vent’anni, pensò il Nostro di uscire in qualche modo dal mondo costrittivo che lo circondava.

Avevano allora (anche oggi? fin quando, altrimenti?) i Senatori una particolare facoltà.

Potevano raccomandare un giovane per l’Accademia Navale di Annapolis o per West Point.

E al Senatore repubblicano Joseph Little Bristow – destino volle che fosse in carica per il suo unico mandato proprio allora – ‘Ike’ chiese una collocazione ad Annapolis.

Com’è, come non è, gli toccò West Point.

Fu quando riferì timorosamente in famiglia della questione che, rimbrotti eticamente impeccabili a parte, si sentì perentoriamente dire:

“Non c’è nessun possibile avvenire nell’esercito!”

Davvero?