George, l’altro Sanders

‘Memorie di un lestofante di successo’…

Scommetto che Bernie Sanders non intitolerebbe mai in cotal modo una sua autobiografia.

Il senatore del Vermont è un gentiluomo (ma, a dire il vero, almeno nei tratti, anche George lo era, eccome).

Non è un lestofante o un malfattore (ma, a dire il vero, George, in tal maniera definendosi cadeva in quel particolare autocompiacimento che deriva dal denigrarsi ammiccando anche solo a se stessi).

È invero di successo (come George, perbacco) ma in un suo modo schivo, particolare e tardivo.

Il George che ho tante volte qui citato si chiamava Sanders di cognome.

Ottimo attore, caratterista per formazione e vocazione, ricco di uno charme naturale, visse elegantemente tra Russia (dove era nato da genitori inglesi), Gran Bretagna e America.

Sfarfalleggiò, amò perdutamente o meno, vinse un Oscar, si uccise infine in Spagna.

Un quarto Paese per farla finita.

Nulla a che fare, se non per il cognome, con il ‘socialista’ in corsa per White House.

Per qualche verso – non certo per la fine cercata e voluta – ahimè!