Gli elettori di Sanders possono ‘tradire’ Hillary?

Ricordate le recenti dichiarazioni di Susan Sarandon?

L’attrice premio Oscar, democratica da sempre che si riconosce nell’ala sinistra dell’asinello, sostiene a spada tratta la candidatura di Bernie Sanders – e va bene – ma, intervistata in proposito, ha detto che nel caso in cui il partito designasse Hillary Clinton lei non la voterebbe l’8 novembre in sede di general election.

Ora, visto e considerato che negli Stati nei quali le porzioni di elettorato appartenenti alle minoranze etniche non sono determinanti l’ex first lady si è dimostrata a dir poco vulnerabile tanto da collezionare un notevole numero di sconfitte ad opera del rivale senatore del Vermont, si può seriamente pensare che buona parte dei votanti per Bernie seguano l’esempio della predetta Susan abbandonando il campo quando davvero si decidesse il nome del futuro inquilino di White House?

Parlo in genere dei maschi bianchi, in specie se giovani e vicini alla sinistra liberal democratica.

Parlo, peraltro, anche di quel notevole numero di donne che, per esempio nell’Indiana e nel Wisconsin, è passato armi e bagagli nel campo ad Hillary avverso.

Parlo di quei tre quarti circa di ‘indipendenti’ – non anticipatamente dichiaratisi democratici ma accorsi alle urne – che nell’Indiana ancora le hanno preferito il ‘socialista’.

Ebbene, escludendo che se non in minima parte (ma la ‘sirena’ Donald Trump può affascinare anche laddove nessuno lo penserebbe possibile) questi ‘nemici interni’ della Clinton votino a novembre per il rivale GOP, non potrebbe fortemente e comunque minare il suo fortino semplicemente una loro astensione?

La campagna per la Casa Bianca è ben lungi dall’essere terminata.

Anzi, è da adesso in poi che le strade di Hillary e Donald si fanno impervie.

Tempi e modi per ‘riallinearsi’ i due ne hanno.

Sarà dura fino alla fine.

Molto dura!