Gli intellettuali contro Donald Trump

La notizia, come riportata da una agenzia:

Oltre seicento scrittori, tra cui Stephen King, Junot Díaz, Amy Tan e Dave Eggers, hanno firmato una ‘lettera aperta al popolo americano’ contro la candidatura di Donald Trump.

La lettera dice tra l’altro:

“L’ascesa di un candidato politico che si appella agli elementi più rozzi e violenti della società, incoraggia le aggressioni tra i suoi sostenitori, zittisce gli oppositori, minaccia i dissidenti e denigra le donne e le minoranze esige da ognuno di noi una risposta immediata e decisa”.

Ora, quando mai un appello redatto e firmato da intellettuali ha in modo significativo inciso sugli esiti di una campagna per la Casa Bianca?

Mai, è la risposta.

Innumerevoli i casi citabili.

Il più significativo, però, per la portata dei firmatari e per il risultato raggiunto, risale al 1932.

In piena Grande depressione, certamente battibile il presidente in carica Herbert Hoover, repubblicano, il grande Edmund Wilson scrisse un appello – ‘Culture and Crisis’ – invitando i cittadini a votare per William Zebulon Foster, candidato alla presidenza per il partito comunista americano.

Ecco i nomi di alcuni tra i firmatari (tutti intellettuali di altissimo livello, al cui cospetto Stephen King e amici sopra elencati spariscono): Sherwood Anderson, Erskine Caldwell, Malcolm Cowley, Countee Callen, John Dos Passos, Langston Hughes, Grace Lumpkin, Sidney Hook e Lincoln Steffens.

Risultato?

Poco più di centomila voti a livello nazionale pari allo zero tre per cento!