Henry Ford e la tentazione White House

L’uomo di maggior successo negli Stati Uniti negli anni Dieci e Venti del Novecento?
Facile rispondere: Henry Ford.
Le auto che produceva si vendevano come il pane e la sua figura si stagliava tra le più ammirevoli.
Perché allora non mandarlo alla Casa Bianca?
Già nel 1916 un movimento spontaneamente sorto nel Michigan lo indicò per l’alto incarico ma la cosa si fermò lì.
Strenuo sostenitore di Woodrow Wilson nelle Mid Term Elections del 1918, restò grandemente deluso per il risultato in quel frangente negativo.
Per quanto indeciso tra democratici e repubblicani (e qualcuno tra i suoi sostenitori pensava addirittura ad un terzo partito appositamente creato), forte dell’enorme notorietà, opinò per qualche momento di correre nel 1924.
La situazione politica poteva apparire favorevole: il Presidente Warren Harding era morto nel 1923 e il suo Vice Calvin Coolidge, subentrato, non aveva ancora avuto modo di consolidarsi al potere, o così sembrava.
Non se ne fece niente, in larga misura per il carattere freddo e distante di Ford che sembrava pensare che gli americani ‘dovessero’ votarlo per l’uomo che era, ragione per la quale non organizzò alcuna vera campagna elettorale.
Alla fine, in quel fatidico anno, si schierò per Coolidge e di una possibile candidatura a White House del costruttore di auto più di successo di tutti i tempi non si parlò più.