Hillary candidata Vice? In merito…

a – Mai successo in precedenza che un candidato alla Presidenza sconfitto – men che meno vincente (1) – abbia dipoi accettato di correre in un successivo ticket collocato nel ruolo di ipotetico Vice.
Sarebbe quella, ventilata, di Hillary Rodham Clinton (tutti ricordano i suoi due tentativi di arrivare personalmente alla Casa Bianca, nel 2008 battuta nelle Primarie e nel 2016 da Donald Trump) ‘seconda’ di Michael Bloomberg una uscita assolutamente fino a ieri imprevedibile.
(Ho già scritto che per accettare una tale ‘deminutio’ l’ex Segretario di Stato dovrebbe chiedere – non vedo cos’altro – garanzie davvero particolari e granitiche sulla successione prima della scadenza del mandato!)

b – Uno dei molti (tant’è vero che in due terzi delle occasioni prevale) vantaggi che ha il Presidente in carica e in cerca di un secondo quadriennio nei confronti dello sfidante è dato dal fatto che l’elettorato si trova di fronte quello che potremmo definire ‘il pacchetto completo garantito’ e cioè un ticket candidato alla Executive Mansion/aspirante Vice notissimo quando quello composto dagli sfidanti è invece ovviamente nuovo e spesso vede accanto a quello del nominato il nome di un esponente politico di non particolare rilievo.
Di una accoppiata Bloomberg/Hillary tutto si potrà dire tranne che proponga (proporrebbe) persone poco note, di secondo piano!

(1) Per un attimo, nel 1980 in campo repubblicano, nominato Ronald Reagan, si pensò di affiancargli Gerald Ford, in precedenza in carica quale successore di Richard Nixon e sconfitto da Jimmy Carter nel 1976.
Per un attimo…