Il voto in Virginia

Dal 1964, allorquando votò per Lyndon Johnson, fino al 2004 – Bob Dole compreso – i candidati repubblicani nelle dieci tornate susseguitesi, hanno regolarmente conquistato i Grandi Elettori ai quali aveva diritto la Virginia.
Dal 2008 con il primo Barack Obama le cose sono cambiate: tre pertanto e consecutive le vittorie democratiche.
Invero non travolgenti anche se in fondo nel 2016 colà Hillary Clinton ha prevalso quanto a voti popolari su Donald Trump per un buon cinque per cento.
Ebbene, stando a seri sondaggi, se nell’ex colonia si votasse oggi, l’unico democratico in grado di prevalere localmente sul tycoon sarebbe Joe Biden (quarantanove a quarantacinque per cento).
Gli altri tre fondisti – le Primarie sono faticose quanto i quarantadue chilometri e centonovantacinque metri di una maratona – meglio piazzati tra gli Asinelli sarebbero invece nel confronto soccombenti.
Bernie Sanders di sei punti.
Elizabeth Warren dì quattro.
Pete Buttigieg di due.
(Certo, dati poco significativi per quanto se ne parli.
Poco significanti visto che il margine d’errore della rilevazione è del quattro per cento).
Tredici i Grandi Elettori dello Stato con capitale Richmond.
Un bottino medio che in un eventuale arrivo testa a testa può arrivare a contare veramente molto.