La ‘normalcy’ di Warren Harding

Non tutti i repubblicani avevano una grande considerazione di Warren Harding.

E questo malgrado lo avessero scelto quale candidato a White House nella tornata 1920.

Il Senatore e boss politico della Pennsylvania Boies Penrose, per dire, arrivò al punto di invitare la segreteria del GOP a tenere a casa durante la campagna elettorale Harding così motivando la richiesta: “È talmente sprovveduto che rispondendo alle inevitabili domande nuocerebbe gravemente a se stesso e al partito”.

Sarà pur vero quello che scrissero molti osservatori dopo la sua affermazione e cioè che l’America stanca di lotte e contrapposizioni e appena uscita da un conflitto mondiale cercava rifugio in un uomo comune.

Fatto è però che il 2 novembre 1920 il Nostro stravinse.

Ecco le parole con le quali in un discorso elettorale illustrava la da lui promessa ‘normalcy’, un vocabolo di suo conio che usava in luogo di ‘normality’:

“Ciò di cui l’America ha bisogno non sono gli eroismi ma la guarigione.

Non le panacee ma la normalità.

Non la rivoluzione ma la ripresa.

Non le agitazioni ma l’adattamento.

Non le operazioni chirurgiche ma la tranquillità.

Non i drammi ma la serena imparzialità.

Non gli esperimenti ma l’equilibrio.

Non l’annullamento dell’internazionalismo ma il mantenimento di una trionfante nazionalità”.