Cinquanta morti (finora) e un gran numero di feriti.
E l’assassino è un islamico che ha inneggiato all’Isis e al sedicente califfo prima di compiere la strage.
Certo, era omofobo ma in tema di effetti sulla campagna elettorale – e ce ne saranno – questo passa in seconda linea.
E già Donald Trump infuria sui media.
Afferma, grida di avere ragione quanto agli islamici.
Se la prende con Obama – che non parla mai di islamismo radicale – del quale chiede le dimissioni.
La Clinton, dal canto suo, condanna ma cerca di volare basso e questo la danneggia.
Un paio o tre di attentati di matrice consimile ancora e la corsa verso la Casa Bianca per The Donald si trasformerà in una passeggiata.